01 Nov OZONO TERAPIA
Il professor Marianno Franzini, uno dei più illustri medici ozonoterapeuti italiani e fondatore della Società scientifica ossigeno-ozono terapia (Sioot), ha dichiarato che “non c’è batterio, virus o fungo che possa resistere a una corretta dose di ozono, somministrata nei tempi giusti”. E, a fronte di queste notizie allarmanti da oltreoceano, ha confermato a Zenit che “l’ossigeno-ozonoterapia può sconfiggere i superbatteri”.
L’ozono terapia
L’ozono è un potente ossidante, disinfettante che agisce sui microrganismi attraverso l’ossidazione del loro materiale biologico.
È stato dimostrato che l’ozono può essere utilizzato come agente antibatterico in varie forme: come soluzione salina ozonizzata, acqua ozonizzata, ozono associato con oli particolari o altri tipi di sostanze. Più frequente è la miscela gassosa di ossigeno e ozono.
Prenotare una seduta dal Toelettatore di fiducia in collaborazione al Veterinario risolverebbe gran parte dei problemi che abbiamo letto.
1.300 specie microbiche nei cani di città
Nelle popolazioni urbane e occidentalizzate la maggior parte dei cani soffre ampiamente di malattie non trasmissibili come le allergie della pelle.
Esposizione ai microbi ambientali
Uno studio della Tsinghua University che ha censito ben 1.300 specie, di cui diverse pericolose, pubblicato da Environmental Science and Technology racconta di ricercatori che raccogliendo 14 campioni in sette giorni consecutivi, con valori particolarmente alti di polveri sottili, hanno analizzato il Dna presente senza coltivarlo in laboratorio, un metodo che evita di ‘perdere’ alcune specie.
In quei campioni sono presenti 1.300 specie microbiche, di cui la maggior parte non pericolosa ma con diversi ceppi, che causano allergie e altri problemi respiratori.
Il microrganismo più abbondante è risultato il Geodermatophilus obscurus, un comune batterio del suolo, ma sono presenti anche quantità significative di Streptococcus pneumoniae, che può causare la polmonite, Aspergillus fumigatus, un fungo particolarmente allergenico, e di diverse specie di batteri fecali.
“La frequenza e l’abbondanza relativa di diversi allergeni respiratori e patogeni, scrivono gli autori, aumenta nei giorni di maggior smog, e questo costituisce probabilmente una ulteriore fonte di rischio soprattutto per le categorie più deboli”.
Il nuovo studio pubblicato su PNAS
Lo studio è svolto su 169 cani appartenenti alla razza Labrador retrievers o Lapphundus finlandese dai quali hanno prelevato campioni ematici e di microbiota cutaneo.
Lo studio ha stabilito che i cani da compagnia soffrono sempre più di malattie infiammatorie simili a quelle umane. Questo accade perchè si condividono con i loro proprietari l’ambiente e lo stile di vita.
Allergie e batteri ambientali modulano il microbiota cutaneo
L’esposizione ai microbi ambientali è influenzata da tre fattori: da dove si vive, dal luogo in cui avvengono le uscite giornaliere ed infine dallo lo stile di vita.
Questi 3 aspetti sono collegati al microbiota cutaneo infatti i cani urbani presentano circa il doppio di allergie e batteri differenti da cani di campagna.
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